Caffè: India.

Il caffè e la regione dell'India: cenni generali, storia e profilo aromatico

Cenni storici e curiosità!

Tutto sembrerebbe nasca da una storia di un pellegrino al ritorno da un viaggio dalla sua Mecca, il quale attraversando lo Yemen verso la fine del 1600, si portò dietro attraverso questo corridoio export assai controllato, 7 semi di caffè! Dato che il numero 7 per l'Islam è un numero sacro, venne considerato un atto religioso!

Si dice inoltre che questo Pellegrino, Baba Budan, abbia piantato i primi semi nella Regione chiamata Chikmagalur nella regione del Karnataka, i quali abbiano poi prosperato...ed oggi, quella regione prende il nome del pellegrino: Bababudangiri, e tutt'ora rappresenta un'importante area di coltivazione.

Ma quanto bello è quando troviamo degli aneddoti così interessanti da riprendere e ritrasmettere ai nostri lettori! Non credi anche tu?! 😃

Solo verso metà del 19° secolo le piantagioni di caffè iniziarono a fiorire, quando vi fu la colonizzazione britannica, ma durò poco, e negli anni '70 anche grazie all'elevata richiesta di Tè e della crescente incidenza della ruggine da foglia che attaccava le piante di caffè, quest'ultime piantagioni venivano in parte sostituite da quelle del Tè!

Questo fenomeno ha però invogliato i coltivatori a cercare delle specie resistenti a questa brutta malattia, e sono state selezionate nuove piante allo scopo.

Fu così che negli anni '40 venne creato il COFFEE BOARD OF INDIA, che regolamentò l'industria del caffè; negli anni '90 la produzione indiana è aumentata del 30% anche se il consumo del Tè rimane più diffuso, sia per la sua economicità che per predilezione, ma grazie alla popolazione numerosa indiana, il consumo pro-capite del caffè rimane comunque ad un buon livello.

In prevalenza si coltiva Robusta, soprattutto per il clima e per le basse altitudini di coltivazione della pianta di caffè.

Curiosità: 

pensate che uno dei caffè indiani più conosciuti si chiama Monsooning Malabar, creato da un processo chiamato "monsonizzazione, un processo ad oggi di tipo controllato ma nato per caso!

Durante la colonizzazione britannica, e durante il trasporto che avveniva dall'India all'Europa, era soggetto a clima umido poichè contenuto in casse di legno durante i mesi dei Monsoni; a causa di questo "fenomeno", il caffè crudo assorbiva una grande quantità di umidità, la quale si riversava nel sapore finale della tazza.

Questo processo poi ricreato con estrema cura negli stabilimenti di caffè, quindi con processi controllati, porta ad avere dei chicchi piuttosto fragili in fase di post tostatura, che talvolta portano ad avere, in fase di confezionamento, la rottura di alcuni chicchi, ma da tener presente che non è la stessa cosa di trovare chicchi rotti all'interno di caffè di altre tipologie, poichè simbolo di scarsa qualità, piuttosto che di processi particolari come in questo caso!

Il suddetto processo, oltre a togliere acidità al nostro caffè, restituisce dei sapori piuttosto forti, pungenti, selvatici, che hanno un pò diviso l'industria del caffè...come del resto è normale che sia; ecco cosa intendiamo quando diciamo che alla fine, pur essendo un caffè di qualità, il caffè mantiene pur sempre un gusto del tutto personale.

CLASSIFICAZIONE

I caffè indiani vengono classificati in tre modi diversi:

1) unico per l'India, classifica tutti i caffè lavati come "Plantation Coffees", cioè caffè di piantagione;

2) tutti i caffè con processi naturali come "Cherry";

3) tutti i caffè di specie Robusta, lavati, come "Parchment Coffees"

 

Le coltivazioni, tutte concentrate nel SUD dell'India, hanno delle altitudini che variano dai 400/600 metri fino ai 1200/1400/1600 ed anche fino a 2.000 metri.

La maggior parte del caffè indiano viene coltivato negli stati dell'India meridionale di Karnataka, Tamil Nadu, Kerala e Andhra Pradesh e sebbene ciascuno di questi stati abbia la propria cultura, la propria lingua, si utilizza un solo termine per dire caffè: KAAPI 

La tradizione del "caffè filtrato indiano"!

Il tipico caffè indiano viene chiamato "caffè filtro" o "caffè graduato" o caffè "Mysore" o "Kumbakonam", ed era tipico nelle famiglie indiane.

Una volta i chicchi di caffè tostati, venivano semplicemente macinati, bolliti e filtrati, una volta che i fondi erano lasciati depositare sul fondo.

Fu poi inventata una sorta di caffettiera con filtro in metallo, senza guarnizioni o materiali alternativi, chiamata "Indian Filter Coffee" tutt'oggi utilizzata per fare il caffè; questa "caffettiera" è composta da due serbatoi di acciaio inox, inseriti uno dentro l'altro, dove quello superiore è provvisto di tanti minuscoli fori che servono da filtro; viene inoltre utilizzato una specie di stantuffo, che serve per trattenere i resti del caffè, cosiddetti fondi.

In pratica viene versata dell'acqua appena bollente, prima bagnando leggermente il fondo di caffè che avremo inserito con cura, dopodiché versando la rimanente acqua all'interno della nostra "caldaia", fino a ricoprire completamente il nostro caffè, chiudiamo con il coperchio di metallo e lasciamo riposare per 15-25 minuti, e vedremo depositarsi il nostro caffè sul fondo, pronto da bere.

 

Caffettiera indiana: indian filter coffee; scopri anche tu molte curiosità sul caffè dell'india.

 

Ultima curiosità sul caffè indiano, è la Cicoria...avete sentito bene!

Si dice che un tempo fosse stata integrata quando il caffè scarseggiava, ma si dice anche per le sue qualità medicinali o per il fatto che diminuisse il consumo di caffeina...

Dopo le colonie francesi, si mantenne in uso questo particolare modo di consumare il caffè, con la cicoria, perchè si è rivelato gustoso e popolare (io sinceramente non l'ho mai provata!!), ed ancora oggi conviene chiedere se stiamo per bere un caffè "puro", oppure un caffè a base con una parte di cicoria, ed in quale percentuale.

Oltre a questa "tecnica" della cicoria, in India è molto diffuso anche il caffè con il latte schiumato fatto al momento, quindi fatto bollire e versato direttamente nella tazza, con il nostro caffè per formare una montagnetta schiumosa!!

I migliori caffè indiani tendono ad essere corposi, cremosi e con bassa acidità, ma raramente particolarmente complessi.

 

Anche questa volta ci auguriamo che abbiate trovato interessante il nostro blog sul caffè indiano e che possiate, perchè no, acquistare e degustare uno dei nostri caffè Artigianali tostati e macinati freschi.

 

Kanuni Coffee

 

 

 

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